- Indice:
- Premessa
- Valutazione clinica: il pavimento pelvico
- Pavimento pelvico: le principali domande del ginecologo
- Valutazione clinica: altri approfondimenti
- Valutazione cognitiva
- Valutazione relazionale
- La "lettura corporea"
- Conclusioni
- Approfondimenti generali
- Approfondimenti specialistici
Premessa
Valutazione clinica: il pavimento pelvico
L’ipertono, contraendo la muscolatura in modo innaturale, quasi spasmodico, può rendere la penetrazione fastidiosa, difficoltosa e dolorosa, sino a diventare impossibile. In questi casi il problema orgasmico si associa al dolore ai rapporti (dispareunia) o al vaginismo, condizioni di cui vanno ricercate le possibili cause organiche (dispareunia e vaginismo secondari a vaginiti croniche, vestiboliti e così via) o psicosessuali (vaginismo primario). L’ipertono non ostacola necessariamente l’orgasmo ottenuto con la stimolazione clitoridea, anche se l’aspettativa negativa e il dolore che accompagnano il rapporto sessuale lo rende senz’altro più improbabile. L’ipertono inoltre può favorire la comparsa di cistiti nelle 24-72 ore che seguono il rapporto sessuale: le cosiddette cistiti postcoitali.
L’ipotono, ossia la lassità eccessiva dei muscoli, riduce invece lo stimolo eccitatorio della penetrazione, e quindi rende più difficile l’orgasmo per mancanza di stimoli. Questo si verifica solitamente nelle donne che hanno avuto parti con bambini di peso elevato alla nascita (“macrosomi”), e/o con periodo espulsivo prolungato, con conseguente iperdistensione del muscolo elevatore dell’ano, che circonda la vagina e si contrae nell’orgasmo, oppure parti distocici “strumentali”, ossia con applicazione di forcipe o di ventosa (1).
L’incontinenza urinaria può inibire il riflesso orgasmico con due modalità:
a) l’incontinenza da sforzo, spesso associata a ipotono muscolare, lo inibisce sia per il rischio di perdere urina durante i movimenti della penetrazione, sia per il disagio di sentirsi “bagnata” non per l’eccitazione ma per la perdita urinaria;
b) l’incontinenza da urgenza può invece inibirlo per il timore che le contrazioni orgasmiche attivino anche una simultanea contrazione vescicale con perdita di urina, creando grave imbarazzo.
Pavimento pelvico: le principali domande del ginecologo
1) Sente fastidio o dolore durante il rapporto sessuale e, in particolare, al momento della penetrazione?
2) La penetrazione avviene con difficoltà? Talvolta è impossibile, come se fosse chiusa o ci fosse un ostacolo?
3) Nelle ore successive al rapporto sessuale sente fastidio o dolore a livello genitale? Ha disturbi urinari tipo cistite?
4) Prova poco o addirittura nessun piacere durante la penetrazione, come se non “sentisse” che sta avvenendo?
Le prime tre suggeriscono la presenza di un “ipertono” e di co-morbilità, ossia di patologie associate: urologiche, ginecologiche e sessuali. La quarta fa ipotizzare la presenza di “ipotono”, specie se comparsa dopo un parto per via vaginale.
Valutazione clinica: altri approfondimenti
La visita ginecologica può inoltre evidenziare eventuali disturbi flogistici (“vulviti” o “vestiboliti vulvari” – vedi scheda) o trofici dei genitali esterni (“distrofia vulvare”), fino al cosiddetto “lichen sclerosus vulvae”, una malattia della vulva, su base autoimmune, caratterizzata da involuzione delle labbra, assottigliamento dei tessuti, riduzione della componente vascolare con progressiva riduzione anche della qualità della congestione sessuale fino al blocco orgasmico. In particolare nella donna in menopausa, ci può essere una minore responsività del clitoride in seguito alla sua involuzione.
Infine viene verificato l’utilizzo di farmaci che agiscono sul tono dell’umore (2), in particolare i serotoninergici come la paroxetina, la fluoxetina, il citalopram e la sertralina, in quanto possono determinare un’inibizione del riflesso orgasmico, dal semplice ritardo alla totale impossibilità (3). Può capitare che il medico che prescrive tali farmaci non informi la paziente di questo effetto collaterale, che peraltro – in positivo – è direttamente proporzionale alla dose assunta e scompare quando il farmaco venga sospeso.
Andrà valutato anche l’equilibrio ormonale, che rappresenta una condizione biologica fondamentale per raggiungere l’orgasmo. La carenza estrogenica (provocata per esempio dalla menopausa o da amenorree protratte) ostacola la risposta eccitatoria e quindi anche l’orgasmo. La carenza androgenica (specialmente di testosterone, nelle donne ovariectomizzate, che hanno cioè subito l’asportazione chirurgica di entrambe le ovaie) può inibire il desiderio. Un eccesso di prolattina riduce il desiderio e la risposta eccitatoria.
Saranno valutate con attenzione anche le eventuali malattie cardiocircolatorie e dismetaboliche (4) e i relativi fattori di rischio (fumo, ipertensione, dislipidemia, sedentarietà, soprappeso, iperglicemia). Il danno vascolare che ne consegue, analogamente a quanto avviene per l’erezione nell’uomo, riduce e rallenta la vasocongestione e la lubrificazione, con conseguente possibilità di dolore, e/o di progressiva riduzione della intensità dell’orgasmo.
Sul versante neurologico, infine, va ricordato che malattie come la sclerosi multipla o lesioni traumatiche del midollo possono ledere le vie nervose deputate al riflesso orgasmico.
Valutazione cognitiva
5) Cosa intende per rapporto sessuale soddisfacente?
6) Che significato ha per lei questo problema?
7) Come si sentirebbe se lo avesse risolto?
Valutazione relazionale
8) Cosa pensa il suo partner delle sue difficoltà di orgasmo?
9) È interessato ad affrontarlo e risolverlo?
10) È soddisfatto della vostra vita sessuale?
11) Presenta a sua volta qualche difficoltà sessuale?
Sono domande che aiutano a definire la cosiddetta “dinamica relazionale”, gli eventuali conflitti e le convinzioni (spesso irrealistiche) della donna riguardo a ciò il partner si aspetta o desidera. Rivelano inoltre come talvolta la scelta del partner sia stata condizionata da bisogni affettivi inappagati (5) e di conseguenza come il bisogno di sicurezza abbia reso difficile fin dall’inizio un autentico dialogo erotico con il partner (6).
La "lettura corporea"
12) Come vive questa donna la propria femminilità?
13) Come “abita” il suo corpo?
Atteggiamento, andatura, abbigliamento, accessori, cosmesi sono tutti elementi che possono evidenziare un modo positivo di vivere la femminilità o, al contrario, un disagio che tende a nasconderla. La lettura corporea può inoltre rivelare tensioni muscolari e rigidità (confermate ad esempio dal fatto che la donna soffra spesso di lombalgie o mal di testa).
La lettura corporea assume particolare importanza nelle anorgasmie primarie, dove può confermare la complessità del problema (determinato da un’identità sessuale poco strutturata o addirittura conflittuale) e orientare verso una terapia psicosessuologica più articolata rispetto al semplice disturbo orgasmico.
La donna può inoltre manifestare un forte carico di ansia, attraverso lo sguardo e la postura del corpo. L’ansia, attraverso l’ipertono adrenergico che la esprime, è in grado di inibire fortemente la vasocongestione eccitatoria e quindi il riflesso orgasmico. Alcune domande che la evidenziano sono:
14) Si sente tesa, ansiosa nei momenti di intimità sessuale?
15) Durante il rapporto ha dei pensieri ricorrenti riguardo al suo problema o sul giudizio del partner?
Questo consentirà di approfondire anche l’esistenza di un’eventuale ansia da prestazione o di componenti ossessive che possono ridurre la capacità di vivere un’esperienza sessuale soddisfacente.
L’osservazione dell’atteggiamento del corpo e del comportamento possono anche suggerire difficoltà relative all’immagine corporea, o alla stessa identità sessuale, che possono concorrere al problema orgasmico.
Conclusioni
Approfondimenti generali
La diagnosi dei disturbi dell’orgasmo: il ruolo del ginecologo
in Graziottin A. (Guest Ed.), Disfunzioni sessuali femminili: quando il medico conta, Giornale Italiano di Ginecologia, CIC Edizioni Internazionali, Vol. XXVIII - n. 6, giugno 2006
Approfondimenti specialistici
Il dolore segreto
Arnoldo Mondadori Editore, 2005
2) Frohlich P. Meston C.M.
Fluoxetine-induced changes in tactile sensation and sexual functioning among clinically depressed women
J. Sex Marital Ther. 2005, 31 (2): 113-128
3) Graziottin A. Maraschiello T.
Farmaci e sessualità
Airon Edizioni, 2002
4) Munivappa R. Norton M. Dunn M.E. Banerji M.A.
Diabetes and female sexual dysfunction: moving beyond “benign neglect”
Curr. Diab. Rep. 2005; 5: 230-236
5) Baldaro Verde J.
Illusioni d’amore: le motivazioni inconsce nella scelta del partner
Raffaello Cortina Milano, 1992
6) Eagle M.
Attaccamento e sessualità
Psicoterapia e Scienze Umane, 2005, 39-2: 151-164
7) Desjardins J.Y.
Approche integrative et sexocorporelle
Sexologies, 1996, 5-21: 43-48
- La serie completa
- Disturbi dell'orgasmo: i sintomi
- Disturbi dell'orgasmo: la diagnosi
Parole chiave:
Disturbi dell'orgasmo / Anorgasmia
Orgasmo