- Indice:
- Premessa
- Quali sono gli effetti del sonno a livello somatico?
- Che cosa accade a livello emotivo-affettivo?
- E a livello cognitivo?
- Se il sonno è così importante, quanto si dovrebbe dormire ogni notte?
- Perché la carenza di sonno provoca appetito e aumento di peso?
- Quali sono le alterazioni del sonno?
- Quali sono i rapporti fra qualità del sonno e ciclo mestruale?
- Quali implicazioni ha la carenza di sonno sulla sessualità?
- E in gravidanza?
- I cronobiotici: una risposta potenziale a molti disturbi del sonno
- Conclusioni
- Approfondimenti specialistici
Premessa
Quali sono gli effetti del sonno a livello somatico?
- le mestruazioni diventano irregolari;
- l’ovulazione può alterarsi, fino a causare infertilità;
- la sindrome premestruale peggiora;
- la pressione sanguigna aumenta;
- la temperatura corporea si alza: di poco, qualche decimo di grado al massimo, ma quanto basta a dare un senso di sgradevolissimo malessere;
- la tiroide funziona in modo eccessivo, contribuendo all’ipertiroidismo;
- aumentano i dolori muscolari, le gastralgie, le cefalee.
Che cosa accade a livello emotivo-affettivo?
E a livello cognitivo?
Durante il sonno, inoltre, il cervello ripara i danni subiti dalle cellule nervose e attiva nuove connessioni tra i neuroni, aumentando così la capacità associativa, che è il prerequisito per la qualità del pensiero, la prontezza dell’intelligenza e la creatività.
Il sonno, dunque, consente al cervello di svolgere numerose funzioni per la salute, e di recuperare in particolare la stanchezza e l’usura del giorno, sul piano sia psichico che metabolico (e quindi biologico). La controprova osservabile di questo lavoro prezioso e silenzioso è il consumo cerebrale di ossigeno, che aumenta di molto proprio durante la notte.
Se il sonno è così importante, quanto si dovrebbe dormire ogni notte?
Perché la carenza di sonno provoca appetito e aumento di peso?
A peggiorare la situazione contribuiscono anche due altre sostanze: una, chiamata leptina, sopprime l’appetito, e contribuisce a regolare il senso di fame perché dice al cervello che il corpo ha abbastanza tessuto adiposo di riserva. L’altra, chiamata ghrelina, stimola invece l’appetito. Quando il sonno si riduce, la leptina cala e la ghrelina aumenta: e questo fa sì che il cervello intensifichi i comportamenti di ricerca di cibi più energetici e più ingrassanti.
Naturalmente per tenere la linea non basta dormire! Un buon sonno deve infatti sempre associarsi al movimento fisico quotidiano e a un’alimentazione sobria e appropriata all’età.
Quali sono le alterazioni del sonno?
a) quantitative, in cui sono ridotte le ore di sonno. Le loro conseguenze sono già state illustrate. Le riduzioni croniche, tipiche della vita contemporanea nel mondo occidentale, sembrano essere correlate anche a un aumento di rischio del cancro al seno e, probabilmente, di cancro al colon (4-5): ne parleremo più diffusamente in una prossima scheda;
b) qualitative, compaiono quando si crei una desincronizzazione tra ciclo sonno-veglia e i ritmi circadiani, ossia i bioritmi delle principali funzioni vitali: il termine “circadiano” indica infatti le variazioni degli ormoni, le variazioni della pressione arteriosa, della temperatura corporea e così via nell’arco delle 24 ore. Sono tipici di questa alterazione i disturbi cronobiologici transitori, spontanei o, per esempio, indotti dal jet-lag o dai turni di lavoro (1). Oltre che dalle alterazioni del sonno, i disturbi del ritmo circadiano possono essere indotti anche da altri fattori intrinseci (cecità, disturbi mentali, invecchiamento) ed estrinseci (lavoro a turni, jet-lag);
c) parasonnie, che includono i disturbi del risveglio, con sonnambulismo, con o senza apnea ostruttiva, e i disturbi comportamentali associati alla fase REM;
d) altre alterazioni del sonno, fra le quali l’insonnia severa, le epilessie notturne, i disturbi del sonno con movimenti ritmici, il bruxismo (il digrignare notturno dei denti, con usura delle corone dentarie) e i disturbi del comportamento sessuale associati al sonno (6).
Anche le alterazioni qualitative del sonno si ripercuotono sulla salute generale e, in particolare, sugli equilibri neurovegetativi, emotivo-affettivi e cognitivi. Possono inoltre influire negativamente sul ciclo mestruale, sulla sessualità e sulla capacità riproduttiva.
Quali sono i rapporti fra qualità del sonno e ciclo mestruale?
Quali implicazioni ha la carenza di sonno sulla sessualità?
- autoerotismo esplicito durante il sonno;
- carezze sessuali al/la partner;
- rapporti sessuali con orgasmo;
- violenze sessuali;
- iper-eccitazione.
Le conseguenze negative – fisiche, sessuali e psicosociali – sono molteplici, anche dal punto di vista medico-legale, specialmente quando queste manifestazioni coinvolgano minori che dormano nello stesso letto. Il trattamento con clonazepam, un farmaco ipnoinducente, ossia induttore del sonno, della famiglia delle benzodiazepine, subito prima di dormire si è dimostrato efficace nel 90% delle parasonnie trattate (6).
I collegamenti fra sonno e sessualità non si fermano però alle condizioni patologiche. Durante la fase REM, ossia di sonno con sogni, indipendentemente dal contenuto del sogno (che può essere erotico, neutro o addirittura spiacevole), si attivano i centri profondi che comandano l’erezione, nell’uomo, e la lubrificazione vaginale, con congestione clitoridea, nella donna. Le ragioni di questa attivazione notturna, regolare e costante per tutta la vita (se il corpo è in salute), sono sconosciute. E’ tuttavia probabile che l’organismo abbia predisposto una sorta di ripetizione automatica notturna per garantire, in uomini e donne, la perfetta coordinazione della funzione più importante per la riproduzione della specie. L’erezione notturna ha inoltre una funzione preziosa anche da un punto di vista clinico: ci dice – con rare eccezioni – che se la qualità erettiva nelle fasi REM è perfetta, vuol dire che non ci sono importanti problemi fisici (vascolari, neurologici, ormonali) che possano spiegare eventuali difficoltà di erezione diurne. Nella donna, queste involontarie e segrete eccitazioni notturne sono state finora meno studiate.
E in gravidanza?
Per quanto riguarda le alterazioni qualitative del sonno, l’effetto più studiato e dimostrato riguarda il russare e le apnee durante il sonno.
Circa il 35% delle gravide riferisce di russare. La donna che russa ha un rischio significativamente maggiore di andare incontro a ipertensione in gravidanza e a pre-eclampsia, una patologia gravissima per la mamma e il bambino, perché caratterizzata da bruschi e drammatici aumenti della pressione arteriosa che possono causare emorragie cerebrali, fino al coma e alla morte, distacchi di placenta, e parti prematuri. Questo rischio è indipendente dall’indice di massa corporea pregravidico, dall’aumento di peso in gravidanza, dal fumo, dall’alcool e dall’età (10). Il fatto di russare, dato facile da indagare, è dunque di grande importanza sul piano clinico: è quindi opportuno segnalarlo al medico curante o al ginecologo di fiducia. Vale inoltre la pena di ricordare che la carenza di calcio aumenta ulteriormente il rischio di pre-eclampsia e che, di converso, un’adeguata introduzione di calcio con la dieta riduce il rischio dal 45 al 75 per cento. Anche la sonnolenza diurna è più marcata nelle donne che russano (10).
Le apnee durante il sonno sono un altro segno meritevole di attenzione in gravidanza: anch’esse si associano infatti a un rischio notevolmente aumentato di ipertensione.
I cronobiotici: una risposta potenziale a molti disturbi del sonno
Appartengono ai cronobiotici diversi principi farmacologici, di cui i più usati sono attualmente:
a) la melatonina e i suoi agonisti, i prototipi della categoria, che si sono dimostrati utili nel risintonizzare le fasi del sonno, in particolare nei turnisti e nelle persone che soffrono di jet-lag (12). Si ritiene che la melatonina favorisca il sonno perché riduce la temperatura corporea e risincronizza l’“orologio” circadiano che regola le fasi vitali del nostro corpo (13). La produzione quotidiana di melatonina si riduce con l’età e in corrispondenza di molte patologie, tra cui il morbo di Alzheimer (in cui il 45% dei pazienti mostra severe alterazioni del ritmo sonno-veglia). In positivo, la melatonina ha mostrato di migliorare la qualità e la quantità del sonno sia in soggetti affetti da disturbi del sonno, sia in soggetti dementi (13);
b) le benzodiazepine, che agiscono con modalità diverse (ansiolitiche, ipnotiche, miorilassanti) a seconda della struttura chimica.
Altri fattori non farmacologici che contribuiscono a risintonizzare i bioritmi sono il movimento fisico (che ottimizza le funzioni neurovegetative) e l’esposizione appropriata a luce intensa, perché ottimizza la produzione notturna e l’utilizzo della melatonina (13).
Conclusioni
Approfondimenti specialistici
Chronobiology of sleep in humans
Cell Mol Life Sci 2007; 64 (10): 1205-15
2) Parry B.L. Martinez L.F. Maurer E.L. et Al.
Sleep, rhythms and women’s mood. Part I. Menstrual cycle, pregnancy and postpartum
Sleep Med Rev 2006; 10 (2): 129-144
3) Parry B.L. Martinez L.F. Maurer E.L. et Al.
Sleep, rhythms and women’s mood. Part II. Menopause
Sleep Med Rev 2006; 10 (3): 197-208
4) Davis S. Mirik D.K.
Circadian disruption, shift work and the risk of cancer: a summary of the evidence and studies in Seattle
Cancer Causes Control 2006; 17 (4): 539-45
5) Hansen J.
Risk of breast cancer after night and shift work: current evidence and ongoing studies in Denmark
Cancer Causes Control 2006; 17(4): 531-7
6) Schenck C.H. Arnulf I. Mahowald M.W.
Sleep and sex: what can go wrong? A review of the literature on sleep related disorders and abnormal sexual behaviours and experiences
Sleep 2007; 30 (6): 683-702
7) Baker F.G. Driver H.S.
Circadian rhythms, sleep and the menstrual cycle
Sleep Med 2007; 8 (6): 613-22
8) Graziottin A.
Nuove acquisizioni sulla fisiopatologia del desiderio sessuale
in: Leiblum S.R. Rosen R.C. (Eds), Principi e pratica di terapia sessuale. Edizione italiana aggiornata a cura di Alessandra Graziottin, CIC Edizioni Internazionali, Roma, pag. 17-46, 2004
9) Graziottin A.
Sonno, disturbi sessuali e riproduttivi
Atti dell'83° Congresso Nazionale della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), del 48° Congresso dell'Associazione degli Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI) e del 15° Congresso dell'Associazione Ginecologi Universitari Italiani (AGUI) su "Donna e ambiente", Napoli, 14-17 ottobre 2007, Vol. LXXXIII, 2007, cd-rom
10) Perez-Chada D. Videla A.J. O’Flaerty M.E. et Al.
Snoring, witnessed sleep apneas and pregnancy induced hypertension
Acta Obstet Gynecol Scand 2007; 86 (7): 788-92
11) Dawson D. Armstrong S.M.
Chronobiotics - drugs that shift rhythms
Pharmacol Ther 1996; 69 (1): 15-36
12) Touitou Y. Bogdan A.
Promoting adjustment of the sleep-wake phase cycle by chronobiotics
Physiol Behav. 2007; 90 (2-3): 294-300
13) Cardinali D.P. Furio A.M. Reyes M.P. Brusco L.I.
The use of chronobiotics in the resynchronization of the sleep-wake cycle
Cancer Causes Control 2006; 17 (4): 601-9
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Parole chiave:
Gravidanza
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