- Indice:
- Perché agli adolescenti (e non solo) il piercing piace?
- Quali rischi comporta il piercing e come prevenirli?
- Quando è il caso di preoccuparsi, dal punto di vista psicologico?
- E allora? Piercing sì o no?
- Approfondimenti specialistici
Perché agli adolescenti (e non solo) il piercing piace?
Per ragioni estetiche e di piacere personale. Chi si fa fare un piercing, lo ritiene un abbellimento del corpo e di sé. Ma anche un segno di distinzione (da quelli che non lo fanno), e di appartenenza alla grande comunità dei “piercing-lovers”, ossia degli amanti del piercing. Fino alla dipendenza, nei casi estremi in cui tutto il corpo diventa una sorta di trincea piena di fili spinati e di anelli (1).
Per la verità, come tutte le distinzioni che poi diventano di massa, alla fine anche il piercing può diventare un’espressione di conformismo. Oggi, in Italia, il 20,3% dei giovani tra i 12 e i 18 anni ha un piercing (Indagine Eurispes del 2003 su 3800 ragazzi).
Per la verità, come tutte le distinzioni che poi diventano di massa, alla fine anche il piercing può diventare un’espressione di conformismo. Oggi, in Italia, il 20,3% dei giovani tra i 12 e i 18 anni ha un piercing (Indagine Eurispes del 2003 su 3800 ragazzi).
Per altri ragazzi, il piercing è un rito di iniziazione (1-3): una sorta di segno di passaggio che molti adolescenti ricercano perché li fa sentire grandi e diversi, anche dalle aspettative estetiche che i genitori hanno di loro. Non a caso è questo il vero terreno dello scontro, di cui il piercing è solo uno dei motivi oggi più frequenti. Per altri ragazzi è un gioco lieve, soprattutto se il piercing è su zone meno rischiose, come il lobo dell’orecchio o il naso.
Molte giovani coppie scelgono il piercing insieme, come segno di appartenenza reciproca, specialmente se su zone più intime e segrete del corpo.
A volte, il piercing viene scelto come una sorta di segno, di marchio di sopravvivenza, dopo un abuso: una sorta di metafora metallica di qualcosa che più invisibilmente, e irreparabilmente, ha segnato l’anima e l’inconscio.
Infine, e non ultimo, molti praticano il piercing perché sedotti dall’idea, enfatizzata su molti siti Internet, che possa aumentare il piacere sensuale proprio e del partner: una storia metropolitana sulla quale non c’è alcuna evidenza documentata. Per esempio, è ormai un mito (mai dimostrato!) l’idea che il piercing sulla lingua possa aumentare il piacere orale.
Quali rischi comporta il piercing e come prevenirli?
Molti, specie se viene eseguito da piercer improvvisati, che non utilizzano aghi monouso e materiale rigorosamente sterilizzato. Il rischio più importante e frequente è di trasmettere il virus dell’AIDS, dell’epatite, del papillomavirus e perfino il tetano (1-3). L’uso di aghi non sterilizzati – o, meglio ancora, monouso – comporta un rischio del 16% di contrarre l’epatite B, del 12% di contrarre l’epatite C e dello 0,5% di contrarre l’AIDS.
In Italia, un ragazzo è morto lo scorso anno a Milano per un’infezione fatale da piercing alla lingua; un’epatite da piercing ha comportato un danno epatico massivo che ha richiesto un doppio trapanto di fegato in una donna di Catania; in questi giorni a Napoli una ragazzina quattordicenne ha avuto una necrosi (distruzione) massiva della cartilagine del naso e dei seni mascellari per un’infezione da stafilococco dopo piercing che le ha devastato il viso.
Un altro rischio è legato a sedi particolari, quando si vanno a inserire anelli metallici in parti del corpo più delicate per struttura anatomica, vascolarizzazione e innervazione, come i genitali. O come la lingua, sulla quale non è affatto innocuo!
Il piercing sulla lingua, specie se fatto da persone che non hanno una specifica esperienza, può causare sanguinamenti protratti, perdita di sensibilità, perdita o lesione del gusto, interferenza con la fluidità del linguaggio e perfino con la masticazione.
Il gonfiore alla lingua, dopo il piercing, può durare tre-quattro mesi. Per non parlare delle lesioni ai denti e alle gengive, oltre alla possibilità che l’anello venga malauguratamente deglutito. Altre complicanze sono le frequenti reazioni allergiche, specialmente da nichel, e le infezioni, caratterizzate da arrossamento, gonfiore e dolore.
Le infezioni possono comportare la rimozione dell’anello, a volte tecnicamente complessa se il tessuto infiammato si è ascessuato su organi delicati, come la lingua o i genitali. Il piercing può causare anche cicatrici esuberanti (cheloidi) o migrazione dell’anello, se troppo piccolo o inserito in modo inadeguato, specie se il tessuto in cui è inserito è insufficiente a sostenere il peso di questo particolare ornamento.
Il segreto? Il piercing ottimale è perpendicolare al tessuto in cui è inserito, per esempio il lobo dell’orecchio. Altrimenti finisce con l’ulcerarlo.
Quando è il caso di preoccuparsi, dal punto di vista psicologico?
Quando il piercing è eccessivo, e ossessivo, perché può indicare un disturbo profondo nel rapporto con il proprio corpo.
Quando esprime cioè una tensione psichica che il ragazzo o la ragazza non riesce ad affrontare sul terreno emotivo. Ecco che il corpo diventa allora il territorio di una guerra interiore misteriosa e crudele, e il manifesto di un’aggressività e di un’infelicità rivolte inconsciamente contro se stessi.
Quando esprime cioè una tensione psichica che il ragazzo o la ragazza non riesce ad affrontare sul terreno emotivo. Ecco che il corpo diventa allora il territorio di una guerra interiore misteriosa e crudele, e il manifesto di un’aggressività e di un’infelicità rivolte inconsciamente contro se stessi.
E allora? Piercing sì o no?
Sì, se proprio piace, ma dopo i 18 anni se i genitori sono contrari, per ragioni anche legali: per i minorenni la legge prevede il consenso dei genitori.
Sì, purché fatto da persone competenti e attente alla sterilizzazione e all’igiene, incluso l’uso di guanti sterili quando lavorano.
Sì, ma evitando le parti del corpo, tra cui la lingua e i genitali, i cui danni, specie per lesioni nervose e infezioni, invece di dare più piacere possono causare dolore cronico e disfunzione sessuale per lesioni anatomiche irreversibili.
Sì, purché fatto da persone competenti e attente alla sterilizzazione e all’igiene, incluso l’uso di guanti sterili quando lavorano.
Sì, ma evitando le parti del corpo, tra cui la lingua e i genitali, i cui danni, specie per lesioni nervose e infezioni, invece di dare più piacere possono causare dolore cronico e disfunzione sessuale per lesioni anatomiche irreversibili.
No, invece, al piercing in situazioni non igienicamente perfette o in sedi del corpo delicate.
No, soprattutto, al “fai da te”. Molti studi fanno ritenere che circa il 50% del piercing tra adolescenti sia fatto da altri adolescenti, con evidente potenziamento dei rischi. Che è bene conoscere e far conoscere, per evitare che un gioco o un rito tra ragazzi possano lasciare cicatrici permanenti e devastanti, o malattie gravi e irreversibili (1-3).
No, soprattutto, al “fai da te”. Molti studi fanno ritenere che circa il 50% del piercing tra adolescenti sia fatto da altri adolescenti, con evidente potenziamento dei rischi. Che è bene conoscere e far conoscere, per evitare che un gioco o un rito tra ragazzi possano lasciare cicatrici permanenti e devastanti, o malattie gravi e irreversibili (1-3).
Approfondimenti specialistici
1) Stirn A.
Body piercing: medical consequences and psychological motivation
Lancet 361 (9376): 2250, 2003
Body piercing: medical consequences and psychological motivation
Lancet 361 (9376): 2250, 2003
2) Gold MA, Schorzman CM, Murray PJ et Al
Body piercing practices and attitudes among urban adolescents
J. Adolescent Health 36 (4): 352, 2005
Body piercing practices and attitudes among urban adolescents
J. Adolescent Health 36 (4): 352, 2005
3) Dubose J, Pratt JW
Victim of fashion: endocarditis after oral piercing
Current Surgery 61 (5): 474-7, 2004
Victim of fashion: endocarditis after oral piercing
Current Surgery 61 (5): 474-7, 2004
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Parole chiave:
Adolescenti e giovani
Piercing e tatuaggi