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Attenzione agli antibiotici: usiamoli con prudenza

Attenzione agli antibiotici: usiamoli con prudenza
03/12/2018

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

Antibiotici: sembravano la panacea. In effetti, per decenni hanno cambiato il volto della medicina, curato malattie che erano fatali, e allungato vita e salute. Basti pensare alle infezioni batteriche infantili, alla polmonite, alla sepsi puerperale, che faceva strage delle donne ospedalizzate per parti complicati, alle infezioni multiple degli anziani. Tuttavia, come ogni farmaco e ogni aspetto della vita, ha un lato luminoso e un lato oscuro. I problemi, anche seri, compaiono quando dimentichiamo o trascuriamo il lato oscuro, o quando, con baldanza e arroganza, cavalchiamo i vantaggi di un farmaco senza vederne le precise e ristrette indicazioni, i limiti e le potenziali pericolosità. Le quali, trascurate per decenni, sono diventate tante e tali da indurre l’Organizzazione Mondiale della Sanità a celebrare la Settimana Mondiale della consapevolezza sull’antibiotico resistenza, che colpisce tutte le popolazioni.
Gli ultimi dati scientifici vengono da una fonte molto autorevole: l’European Center for Disease Prevention and Control. I ricercatori, guidati da Alessandro Cassini, hanno pubblicato su “The Lancet Infectious Diseases”, rivista scientifica rigorosa e autorevole, evidenze talmente drammatiche da imporre un cambio di rotta a livello di sanità pubblica e privata, ma anche di consapevolezza del singolo cittadino. Soprattutto nel nostro Paese, che mantiene l’inquietante primato europeo di infezioni da germi antibiotico resistenti (IAR) e di morti causate da infezioni non più responsive. Che brutto vederci in testa con un record di malasanità: su oltre 670.000 IAR in Europa nel 2015, ben 201.000 colpiscono persone italiane. E su circa 33.000 persone morte in Europa per infezioni non più responsive alle cure antibiotiche, ben 10.762 sono vittime italiane. Purtroppo l’Italia da bollino nero con le sue 201.000 IAR seleziona germi killer molto più della Francia (140.000 IAR), della Germania o della Gran Bretagna (entrambe intorno a 50.000 IAR). Sempre Europa è, ma dati così dissimili e gravi devono imporre una seria autocritica: vuol dire che un maggior rigore prescrittivo si traduce in maggiore salute e vita, oltre che in una riduzione drammatica dei costi, quantizzabili e non quantizzabili (quanto vale una vita?).
I più vulnerabili sono i piccoli di età inferiore all’anno e gli anziani sopra i 65 anni. Il 39% delle morti è causato da batteri antibiotico resistenti: alle cefalosporine e/o a molecole di ultima generazione, come carbapenemi e colistina. Ben tre infezioni su quattro sono contratte in ospedale (aiuto!), spesso da pazienti già debilitati per altre patologie serie, per cure intensive o per l’età più avanzata. Il killer più pericoloso è l’Escherichia coli (seguito da Stafilococco Aureo, Pseudomonas e Klebsiella pneumoniae). La buona notizia, che ci viene da altre ricerche, è che questo germe può essere ben contrastato usando un suo “cugino”, l’Escherichia coli di Nissle, scoperto da un ufficiale medico tedesco, cent’anni fa, durante la Prima Guerra Mondiale, quando sui Balcani era in corso un’epidemia di gastroenterite che stava sterminando interi reggimenti. Stavano bene solo i soldati che avevano nell’intestino questo microrganismo amico, un probiotico ante litteram.
Un secondo aspetto critico riguarda le infezioni antibiotico resistenti negli animali (ben il 60%), che poi vengono trasmesse all’uomo. Normative più serie si impongono quindi anche sull’uso di antibiotici in veterinaria, visto che le norme sono molto diverse tra i diversi Paesi e la libera circolazione delle carni pone poi seri problemi anche sul fronte del rigore e dell’efficacia dei controlli.
Quali strategie adottare? Bisogna ridurre la vulnerabilità alle infezioni: stili di vita sani e limitazione dello stress biologico e psichico aumentano l’efficacia delle nostre difese immunitarie, e riducono sia le infezioni sia la loro aggressività. L’uso intelligente di prebiotici e probiotici può aiutare il corpo a negoziare con i nemici e a tenerli sotto controllo, agendo sul terreno biologico in cui si sviluppano. Il futuro sarà lavorare sul terreno e sulle popolazioni residenti del microbiota (un vero e proprio organo costituito da triliardi di microrganismi che abitano il nostro corpo, e in particolare l’intestino) con probiotici amici, invece che cercare di distruggerle usando “armi nucleari”, gli antibiotici appunto. Strategie analoghe andrebbero utilizzate in veterinaria. In sintesi, sono indispensabili più prevenzione e maggiore prudenza prescrittiva.

Antibiotici Antibiotico-resistenza Farmaci / Controindicazioni Farmaci / Effetti collaterali Infezioni Medicina veterinaria

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