Infezioni batteriche: come nasce l’antibiotico-resistenza

Il nostro corpo è abitato da triliardi di microrganismi che formano il “microbiota”. Nell’arco dei millenni in cui l’uomo si è evoluto, hanno imparato a vivere in simbiosi con noi e a svolgere numerose funzioni utili per la nostra salute. Ma anche un germe amico può diventare nocivo, se si sposta dal suo ambiente per migrare in parti del corpo inadatte ad accoglierlo. E’ il caso, per esempio, dell’Escherichia coli, che fa parte della normale flora intestinale ma che può, se raggiunge la vescica o la vagina, provocare cistiti e vaginiti. Affidare agli antibiotici il compito esclusivo di combattere queste infezioni può favorire la selezione di ceppi resistenti e la cosiddetta “antibiotico-resistenza”.
In questo video, la professoressa Graziottin illustra:
- da quanti geni è composto il microbioma, ossia il patrimonio genetico del microbiota;
- come nel tempo le diverse forme di microbiota che abitano il corpo umano abbiano sviluppato strategie molto raffinate di resistenza agli attacchi del nostro immunitario;
- che cosa sono, in particolare, i biofilm patogeni intra- ed extra-cellulari formati dai batteri, per esempio l’Escherichia coli intestinale, rispettivamente nell’urotelio della vescica e sulla mucosa della vagina;
- in che modo i batteri superstiti all’attacco degli antibiotici si organizzano in biofilm apparentemente inattivi e si scambiano plasmidi, ossia frammenti di DNA che trasmettono le informazioni necessarie per resistere a nuovi cicli di cura e rilanciare continuamente l’infezione senza necessità di ulteriori germi di provenienza intestinale o esterna;
- che cosa si intende, in questo quadro, per “persister cell”;
- l’importanza di ricorrere agli antibiotici solo quando strettamente necessario, e di adottare tattiche alternative per combattere le infezioni che tendono a recidivare.

Realizzazione tecnica di Monica Sansone