Prosegue questa settimana la nostra analisi delle nuove indicazioni provenienti dagli Stati Uniti per lo screening del tumore del collo dell’utero, che nella maggior parte dei casi è provocato dal Papillomavirus (HPV): l’articolo pubblicato dagli Annals of Internal Medicine, come abbiamo illustrato nella prima puntata, raccomanda di non eccedere nei controlli preventivi sulle donne asintomatiche e che non appartengano a particolari categorie a rischio.
Quale valore hanno queste linee guida? Costituiscono l’unico principio che deve guidare un medico nella pratica clinica quotidiana?
Nella seconda parte di questa intervista, la professoressa Graziottin illustra:
- il concetto di screening di una popolazione, e il suo principale obiettivo: ottimizzare il rapporto costi-benefici riferibile alla strategia di prevenzione applicata a una determinata patologia;
- le corrette conseguenze di questo tipo di approccio quando si parli, appunto, di una determinata popolazione considerata in generale;
- perché non è condivisibile l’affermazione secondo cui lo screening non va fatto sulle donne asintomatiche;
- come anche il concetto di “categoria a rischio” vada interpretato con flessibilità, alla luce della storia personale della paziente concreta che il medico trova di fronte a sé;
- come il potere cancerogeno del Papillomavirus venga ulteriormente rafforzato dall’abitudine al fumo;
- perché il cancro da HPV può colpire anche altri organi, come la vescica e l’ano.
Per gentile concessione di Radio Manà Manà
Quale valore hanno queste linee guida? Costituiscono l’unico principio che deve guidare un medico nella pratica clinica quotidiana?
Nella seconda parte di questa intervista, la professoressa Graziottin illustra:
- il concetto di screening di una popolazione, e il suo principale obiettivo: ottimizzare il rapporto costi-benefici riferibile alla strategia di prevenzione applicata a una determinata patologia;
- le corrette conseguenze di questo tipo di approccio quando si parli, appunto, di una determinata popolazione considerata in generale;
- perché non è condivisibile l’affermazione secondo cui lo screening non va fatto sulle donne asintomatiche;
- come anche il concetto di “categoria a rischio” vada interpretato con flessibilità, alla luce della storia personale della paziente concreta che il medico trova di fronte a sé;
- come il potere cancerogeno del Papillomavirus venga ulteriormente rafforzato dall’abitudine al fumo;
- perché il cancro da HPV può colpire anche altri organi, come la vescica e l’ano.
Per gentile concessione di Radio Manà Manà
- La serie completa
- Tumore del collo dell'utero: strategie di screening - Parte 1
- Tumore del collo dell'utero: strategie di screening – Parte 2
- Tumore del collo dell'utero: strategie di screening – Parte 3
Parole chiave:
Cancro del collo dell'utero
Cancro della vescica
Fumo
Papillomavirus
Screening di popolazione
Stili di vita