Sintesi dell'intervista e punti chiave
In questa intervista esaminiamo:
- le caratteristiche della “coilocitosi”, un’alterazione cellulare (a forma di minuscola falce) visibile al microscopio ottico, e quindi nel pap-test. E’ causata dal Papillomavirus. Indica un’infezione, da virus HPV appunto, normalmente a basso rischio oncogeno, che può però provocare i condilomi genitali;
- i tre gradi di gravità della neoplasia intraepiteliale (CIN, Cervical Intraepitelial Neoplasia): lesioni superficiali e di modesta entità, da approfondire eventualmente con la colposcopia e/o la biopsia mirata (grado 1); lesioni più diffuse dell’epitelio, ossia dello strato di cellule che riveste ogni mucosa del corpo (grado 2); alterazioni profonde dell’epitelio (grado 3), o carcinoma in situ (K in situ). Solo a questo stadio siamo già di fronte a un tumore, che però non ha ancora superato la membrana basale, ossia la “barriera” che separa l’epitelio dai tessuti sottostanti: non è quindi invasivo, ed è ancora ben curabile. Il concetto chiave, quindi, è che trovare il virus indica la necessità di ulteriori approfondimenti clinici e strumentali. Quello che conta, dal punto di vista della gravità, è invece la profondità dell’alterazione cellulare.
Nella seconda parte dell’intervista presentiamo il vaccino contro l’HPV, recentemente lanciato sul mercato: una vera e propria rivoluzione, perché per la prima volta abbiamo a disposizione un vaccino per prevenire un tumore. In particolare illustriamo:
- i ceppi di Papillomavirus contro i quali è efficace;
- l’età a cui è consigliata la somministrazione;
- la differenza tra “vaccino preventivo”, come quello in commercio, e “vaccino terapeutico”, ancora allo studio;
- l’importanza che l’uso del profilattico mantiene nella prevenzione di infezioni provocate da ceppi di HPV non coperti dal vaccino e di altre malattie a trasmissione sessuale (spesso caratterizzate da tempi di incubazione e modalità di infezione diversi).
Parole chiave:
Malattie sessualmente trasmesse
Papillomavirus
Vaccino anti HPV