Sintesi dell'intervista e punti chiave
In questa intervista prendiamo in esame:
- l’importanza dell’ereditarietà per la comparsa del diabete. La probabilità di avere il diabete di tipo 1 (“insulino-dipendente”) è dello 0,4 per cento nella popolazione generale. Ma il rischio è dell’1-2 per cento se la madre ne è colpita, del 3-6 per cento se ne soffre il padre, del 6 per cento se è colpito un fratello. La probabilità è del 36 per cento in caso di gemelli monozigoti, ossia identici. Nel tipo 2 (“alimentare”) la concordanza tra gemelli monozigoti sale al 60-80 per cento;
- i segni che permettono di cogliere una predisposizione al diabete gestazionale: maggiore circonferenza addominale, peso eccessivo, casi in famiglia, precedenti bambini nati sovrappeso, glicemia a digiuno alterata, ipertensione arteriosa, appartenenza a gruppi etnici ad alto rischio (africani, asiatici, ispanici);
- i possibili effetti del diabete di tipo 2 sulla gravidanza: aborto, parto prematuro, malformazioni congenite, bambino “macrosoma”, ossia più grande del normale, il che rende il parto più duro e problematico;
- il ruolo decisivo dello stile di vita nel contrastare la predisposizione genetica: essere vulnerabili a una malattia non significa infatti contrarla con certezza. In particolare, un’alimentazione equilibrata, il movimento fisico e il mantenimento di un peso normale già prima della gravidanza riducono nettamente il rischio che il diabete gestazionale compaia;
- le attenzioni preventive da mettere in atto prima e durante la gravidanza: esami preconcezionali per la verifica dello stato di salute; assunzione giornaliera di 0,4 mg di acido folico (vitamina B 9), che riduce dell’83 per cento il rischio di malformazioni del tubo neurale del feto; movimento fisico e dieta, così da iniziare la gravidanza in peso forma.
Parole chiave:
Diabete
Diabete gestazionale