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Giovani e contraccezione: per una nuova strategia educativa

Giovani e contraccezione: per una nuova strategia educativa

05/10/2008

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

A cura di: Roberta Lupi e Valeria Colangelo (Radio Radio)

Sintesi dell'intervista e punti chiave

Un’educazione sessuale tutta da ripensare: è quanto emerso dalla conferenza stampa tenuta a Londra lo scorso 24 settembre, in preparazione della Giornata Mondiale della Contraccezione (26 settembre), e in occasione della quale la professoressa Alessandra Graziottin ha presentato i risultati di un recente sondaggio promosso dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) su 1211 ragazze e ragazze italiani. Alcuni dati: solo il 2% crede alla castità prematrimoniale; il 90% ha il primo rapporto sotto i 20 anni; la prima volta, il 31% non utilizza alcuna precauzione; nei rapporti successivi, il 27% continua a non proteggersi e il 21% si affida solo al coito interrotto; il 62% pensa che la responsabilità della contraccezione ricada solo sulla ragazza; il 41% pensa che un concepimento indesiderato sia colpa del o della partner; il 50% ritiene l’educazione sessuale una perdita di tempo, il 27% un noioso dovere.
In un contesto così critico, a che rischi vanno incontro i nostri ragazzi in tema di gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmesse? Quali miglioramenti dobbiamo apportare alle strategie educative, in termini di contenuti e modalità comunicative?
In questa intervista illustriamo:
- come tutti i sondaggi rivelino un grave scollamento fra gli obiettivi perseguiti dai programmi di educazione sessuale e i risultati raggiunti fra i giovani, in termini di credibilità del messaggio e degli educatori;
- il collegamento sempre più evidente – proprio nelle fasce più giovani – fra una contraccezione inadeguata, da un lato, e l’aumento delle interruzioni volontarie di gravidanza e del consumo di pillole del giorno dopo, dall’altro;
- la minaccia crescente per la salute e la fertilità costituita dalla Chlamydia, un germe che colpisce soprattutto le ragazze fra i 15 e i 24 anni e, ledendo utero e tube, può provocare difficoltà di annidamento dell’uovo fecondato, gravidanze extrauterine e sterilità tubarica;
- l’importanza di far capire ai giovani che anche il maschio deve assumersi il suo 50% di responsabilità, utilizzando sempre il profilattico;
- come gli studi dimostrino che i risultati dell’educazione sessuale migliorano sensibilmente quando siano rispettate tre condizioni: identificazione di genere (i maschi sono più convincenti con i maschi, le donne con le donne); vicinanza di età (i giovani sono più credibili degli adulti); carisma (un padre autorevole, uno sportivo di successo, un insegnante stimato sono più efficaci di tanti discorsi accademici, incapaci di “parlare” alle emozioni);
- l’importanza di raggiungere i giovani nei luoghi che amano e frequentano, come dimostra un progetto del CONI, presentato proprio a Londra, per parlare di contraccezione anche nelle palestre;
- il recente esperimento del liceo classico Berchet di Milano, in cui i ragazzi e le ragazze del quinto anno, opportunamente preparati, hanno formato i più giovani con buoni risultati;
- come la contraccezione ormonale preveda oggi diverse forme di assunzione (pillola, cerotto, anello vaginale) e molteplici dosaggi, consentendo così una completa personalizzazione della profilassi;
- il successo della pillola al drospirenone, un progestinico ad azione lievemente diuretica che consente di contrastare – se lo stile di vita è sano – la tendenza femminile alla cellulite e all’aumento di peso;
- i contenuti del sito "Scegli Tu", sviluppato dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) e che, attraverso linguaggi innovativi, offre ai giovani informazioni complete e scientificamente affidabili su tutte le forme di contraccezione.

Parole chiave:
Adolescenti e giovani Clamidia Contraccezione ormonale Educazione sessuale e contraccettiva Malattie sessualmente trasmesse Pillola al drospirenone

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